camminare non è un esercizio fine a se stesso. mi apre la mente e le parole prendono direzioni diverse dentro di me, diventano frammenti di ricordi e considerazioni legate all’attimo. cammino verso il paese, annusando l’aria, sensazioni diverse a ogni passo. sento il profumo del fiume, del legno bagnato. il profumo del fango, dell’ erba calpestata. il sole pieno che febbraio ci regala, la temperatura quasi primaverile, i bambini con la bicicletta con le ruotine, incontro sorrisi. ogni tanto tolgo gli auricolari per ascoltare il silenzio e mi fermo immobile. arrivo alle prime case nel momento in cui nel cielo c’è il sole che tramonta e la luna già spuntata. parentesi di luna, luna ciglia, non così sottile, quasi banana. e mi investe il profumo del calycantus e mi fermo ancora per riempirmi i polmoni. dopo nove km i miei pensieri sono più pratici, concentrati sulla voglia di farmi un gelato e la necessità di bere, ma ancora la mia attenzione viene catturata dalle finestre aperte, in questo paese che è per vecchi ci sono grandi televisori puntati sul nulla creativo. grandi televisori come camini accesi a far compagnia. sono fotunata, mi bevo una tazza di te leggendo il quotidiano, sorridendo al profumo dell’inchiostro. sono antipatica quando pà mi telefona, lo volevo con me, o forse no, sono antipatica e basta. ed è buio tanto sulla strada del ritorno. nel cielo, alla mia destra, c’è una spruzzata di stelle. solo lì. vorrei capirne, ma mi accontento di gioirne. cammino sentendo la stanchezza e l’aria frizzantina. voglia di un bagno bollente. escursione termica importante. ancora pà che chiama, ancora distante io. ti vengo a prendere, no. ho paura che pericoli. non c’è nessunmo. poche auto e i fari fanno luce sulla strada in mezzo al nulla. si vede la città lontana, ho alle spalle i colli, son nel mezzo di un cammino di solitaria meraviglia.
3 ore e 30 a piedi, 19 km, un teierina di tè, 4 telefonate dal marito, 6 volte ferma a far pipì, 1 sassolino nella scarpa. scoperto tardi accidenti! ecco cos’era quella sensazione di fastidio al piede. e sorrido pensando che quando tutto intorno ci piace manco ci accorgiamo che qualcosa ci sta facendo male.
iphone’s photo. quello che si dice…uno strumento quasi perfetto. il manico…